SIAE: serve accordo istituzionale o i festival muoiono
Le difficoltà di bilancio degli enti locali, derivanti principalmente da anni di politiche di tagli e “restrizioni”, stanno indirettamente mettendo al tappeto, oltre a importanti servizi di vario genere e tipologia, anche il mondo della cultura, in particolare quello dei concerti e festival organizzati da associazioni senza scopo di lucro. Fino a qualche tempo fa, infatti, le manifestazioni in oggetto, che generalmente godono di patrocini istituzionali e nella quasi totalità sono ad ingresso gratuito, si avvalevano di facilitazioni derivanti dalla possibilità da parte delle istituzioni di coprire alcune spese, tra le quali la SIAE.
Da qualche tempo invece questa tassa, che ideologicamente può anche risultare giusta e fondamentale per una certa categoria di artisti, non è più sopportabile per i bilanci di comuni e municipi, per cui sono gli organizzatori di eventi a doversela sobbarcare, parzialmente o per intero. Inoltre, il rinnovato tariffario praticato dalla società che tutela i diritti d’autore, ha aumentato le cifre in maniera sensibile, per cui, ad esempio, le quattro serate di un festival gratuito come il Periferie verranno a costare una cifra intorno ai 2000 euri, più o meno il cachet di due potenziali band di media levatura del panorama rock alternativo autoctono. Oppure le due giornate nelle quali hanno suonato gli studenti delle scuole superiori in Villa Rossi, che sono costate circa 650 euro + IVA. Sinceramente troppo.
Auspichiamo che gli organi di governo a livello nazionale e gli amministratori a livello locale si interessino seriamente della questione, trattino con la SIAE le modalità e le cifre che permettano comunque ad una serie di piccoli-medi eventi di continuare a sopravvivere. Altrimenti la cultura muore, e se muore la cultura, muore anche la SIAE.
Roberto Giannini