IL ROCK IN GRAN BRETAGNA PRIMA DEI BEATLES – 8. Il genio di Joe Meek
Mentre gli anni ’50 erano un’epoca di stelle, di interpreti e volti, il rock’n’roll degli anni ’60 era guidato dai produttori. Sebbene in seguito ci sarebbero stati Phil Spector e George Martin, in principio c’era Joe Meek.
È stato il primo produttore a utilizzare lo studio di registrazione come strumento a sé stante, sperimentando sovraincisioni, echi e riverberi in uno studio casalingo, situato sopra un negozio di articoli in pelle a Londra nel quartiere di Islington.

Registrata nel 1961, Johnny Remember Me di Johnny Leyton è stata la sua prima produzione, capace di scalare le classifiche. Con un ritmo che sembrava copiare lo standard degli anni ’40 (Ghost Riders in the Sky) e il suo contenuto lirico melodrammatico ossessionato dalla morte, la canzone esce dalle mani della produzione di Meek con alcuni tocchi di visionario realismo: i lamenti spettrali di sottofondo, la voce riverberata di Leyton e quel ritmo pulsante sovrapposto; tutti ingredienti che suonavano ancora bizzarri ed estrosi nel pop dei 60’s.
Il suo capolavoro da mago della consolle, però, arrivò con la celeberrima Telstar del 1962, interpretata dai suoi musicisti di sala, riuniti attorno alla sigla di Tornadoes. Per questa composizione strumentale, Meek si è ispirato al lancio del satellite statunitense omonimo, alla musica strumentale degli Shadows e al suono dell’organo in The Happy Organ di Dave “Baby” Cortez. Il riff principale è suonato da una particolare tastiera, il Clavioline (che gli appassionati dei Beatles ricorderanno più tardi in Baby You Are a Rich Man); per evocare il decollo di un’astronave sono stati utilizzati rumori ambientali di vario tipo e una registrazione in backward (rovesciata) dello sciacquone del water.
Il pubblico dell’epoca impazzì per Telstar: il singolo vendette cinque milioni di copie, diventando il primo disco britannico a raggiungere la vetta delle classifiche nel Regno Unito e negli Stati Uniti (a cui si aggiunge un prestigioso riconoscimento: l’Ivor Novello Award come miglior lato A).

Sempre prodotti da Meek nei primi anni ’60 c’erano Screaming Lord Sutch and The Savages e la loro jam a tema horror Jack the Ripper. Pubblicata nel marzo del 1963, la canzone ha uno stile garage rock; fu immediatamente bandita dalla BBC a causa del suo contenuto sui serial non è entrata in classifica. Ma la sua influenza si è fatta sentire in artisti come Alice Cooper, Marilyn Manson e in tutti gli altri shock rocker nel corso degli anni.
L’ultima pubblicazione di successo diretta da Meek è stata Have I the Right? degli Honeycombs nel 1964, con la sua percussione martellante e sperimentazioni proto-post-punk. Ma a quel punto, Meek era fuori sincronia con i tempi.
Su Joe Meek sono stati scritti libri, perché è stata una figura importante nella storia della musica pop degli anni Sessanta: un vero e proprio ingegnere del suono dotato di una sensibilità intuitiva pioneristica; ma, al tempo stesso, Joe Meek era una persona complessa e disturbata psicologicamente, tanto che fu protagonista di un omicidio – suicidio che lo condusse alla morte prematuramente nel 1967 insieme alla sua vicina di casa e per futili motivi (per saperne di più, clicca qui).
Piccola chicca: tra le prime produzioni di Joe Meek spicca questa Bad Penny Blues di Humphrey Lyttelton & His Band (1956)… amici beatlesiani, che cosa vi ricorda?
(Fine ottava parte – Trascrizione, traduzione dall’inglese e adattamento di Riccardo Storti dal documentario Before The Beatles: The Birth of British Rock del canale Youtube Trash Theory)
