IL ROCK IN GRAN BRETAGNA PRIMA DEI BEATLES – 1. Lonnie Donegan

di Riccardo Storti, pubblicato il 22 Ottobre 2024

Quest’anno, all’Università della Terza Età, ho tenuto un corso sul rock inglese degli anni Sessanta. Per le prime lezioni ho trovato assai utile una clip su Youtube che ha il merito di illustrare i primordi di questa coinvolgente avventura. Ho ritenuto utile trascriverla e tradurla in Italiano, di modo da renderla accessibile, non solo ai miei studenti, ma anche a tutti gli appassionati di musica che seguono questo blog. Iniziamo con uno degli eroi di quei ragazzini degli anni Cinquanta: Lonnie Donegan.

La Gran Bretagna è conosciuta per la sua musica, ma non è sempre stata così. Durante il periodo classico, mentre il resto d’Europa stava producendo compositori determinanti, la Gran Bretagna rimase indietro al punto che la critica musicale tedesca ottocentesca la soprannominò scherzosamente “La Terra senza musica”. Lo scrittore tedesco Georg Weerth scrisse negli anni ’40 del XIX secolo: “Gli inglesi non sanno né cantare né suonare musica… Portano con sé solo due o tre canzoni imparate fin dalla culla per il resto delle loro vite, tutto il resto è loro completamente estraneo.”

Compositori come Edward Elgar, Gustav Holst e Ralph Vaughan Williams si opposero a questa percezione, ma la musica britannica raggiunse veramente il suo apice solo nel secondo dopoguerra. E principalmente grazie ai Beatles. Ma c’è stato un momento tra la nascita del rock’n’roll e il 1963 in cui la Gran Bretagna ha cercato di trovare la sua identità musicale.

Quindi, qual è stato il catalizzatore? Come la Gran Bretagna ha preso una forma d’arte essenzialmente americana e ne ha creato la propria versione? E quali sono stati i passi fondamentali lungo il percorso? Questo è l’inizio del rock britannico.

I primi segni del rock’n’roll britannico arrivarono da una canzone, Rock Island Line di Lonnie Donegan. Registrata nello stesso anno del singolo di debutto di Elvis (1956) e l’anno prima di Maybellene di Chuck Berry e Tutti Frutti di Little Richard, Donegan prese una canzone folk afroamericana, precedentemente registrata dal musicista blues Lead Belly, e le diede la sua personale interpretazione travolgente.

Ma non era rock’n’roll, bensì un genere oscuro chiamato Skiffle. Questo stile risaliva agli anni ’20, quando i musicisti afroamericani poveri usavano strumenti improvvisati come tavole da lavare, vasche da bagno con una corda tesa, brocche e seghe musicali, oltre a chitarre acustiche economiche e banjo, per suonare una versione improvvisata di jazz o blues. Lo skiffle non è mai stato particolarmente popolare negli Stati Uniti, ma Donegan e Rock Island Line lo fecero rivivere in Gran Bretagna.

La versione di Donegan della canzone raggiunse il sesto posto nelle classifiche dei singoli nel Regno Unito nel febbraio 1956. La canzone colpì il pubblico britannico per la sua energia improvvisata. Era una canzone folk ma aveva una consistenza e una sostanza superiori alla maggior parte delle canzoni folk dell’epoca. Era nuova ma, al tempo stesso, familiare. E proprio per questo motivo vendette tre milioni di copie. Ma il vero potere di Rock Island Line risiedeva nella sua influenza.

Lonnie Donegan, sulla destra, mentre suona con il Coney Island Skiffle Group dopo un concerto al Liverpool Empire nel 1956 (Foto: BBC/Roger Baskeyfield)

Nel dopoguerra, la Gran Bretagna degli anni ’50 non era così benestante come gli Stati Uniti. In quel periodo, la classe lavoratrice britannica non poteva permettersi di replicare la musica R&B e rock’n’roll che arrivava dagli Stati Uniti, ma con lo skiffle non c’era bisogno di attrezzature costose o di essere molto abili con strumenti improvvisati. Di conseguenza, ha spinto una generazione di musicisti a prendere uno strumento e cercare di formare una band. Era l’etica dell’anti-musicalità fai-da-te del punk, ma ventidue anni prima.

Lonnie Donegan con Buddy Holly and the Crickets

Nello stesso anno in cui Rock Island Line entrò in classifica, John Lennon formò i Quarrymen e Jimmy Page dei Led Zeppelin prese in mano una chitarra. Lo stesso Page racconta: “Ho iniziato a suonare un po’ alla Lonnie Donegan strimpellando accordi. Molti dei chitarristi degli anni ’60 ammettono di essere stati influenzati da lui”.

Alla metà del 1956, il rock’n’roll statunitense cominciava a infiltrarsi nella cultura adolescente britannica, tanto che a settembre la “follia” veniva parodiata dai Goons con Bloodnok’s Rock and Roll Call. In quel periodo, la programmazione radiofonica pop della BBC era dominata da crooners delle big band come Frank Sinatra, Bing Crosby e Perry Como, ma l’anno precedente Rock Around the Clock di Bill Haley & His Comets aveva raggiunto il primo posto nel Regno Unito e i giovani erano affamati di più, ascoltando con attenzione la American Forces Network e la stazione pirata Radio Luxembourg per assaporare ulteriori novità, oltre a scambiare importazioni illegali di dischi da soldati e marinai statunitensi di stanza nel Regno Unito.

(Fine prima parte – Trascrizione, traduzione dall’inglese e adattamento di Riccardo Storti dal documentario Before The Beatles: The Birth of British Rock del canale Youtube Trash Theory)