Recensione libro: Perchè era lì – Franti: antistorie da una band non classificata
by Alessandro Adesso
C’è un giardino in Giappone chiamato il giardino delle quindici pietre. Si narra che da qualunque prospettiva lo si guardi se ne riescano a contare solo quattordici. C’è una montagna da scalare e solo perché era lì. E poi c’è una città, Torino, l’anno è il 1886 e Franti è un bambino cattivo che si diverte a far impazzire il suo maestro e ride quando il re muore. C’è la stessa città, ma stavolta esattamente cent’anni dopo; torna “Il giardino delle quindici pietre” e torna, anche se in realtà è in giro da un po’, Franti che è sempre un bambino cattivo, solo più maturo. Ora la sua cattiveria è accompagnata da una coscienza, la coscienza della lotta operaia, di domeniche passate a non tifare Rubentus, di anni incerti e delle loro conseguenze. Questo non è un libro sulla mitica band torinese, piuttosto è un libro a proposito di loro; qui non si trova una biografia, anche se non manca qualche cenno, sopratutto riguardante il post, ma storie di persone che in un qualche modo si sono sentiti coinvolti da Franti, di chi grazie a loro ha trovato il modo di sopravvivere ad una provincia degli anni ottanta, di chi, tra un bicchiere di vino e una suonata, si ritrova con un disco in mano e urla “Cazzi vostri se non ci conoscete, non sapete che vi siete persi”, di chi è stato e sarà sempre Franti, perché chiunque suona Franti è Franti Franti non è certo in giro per compiacere nessuno, ed è per questo che può vantare ben pochi concerti: l’importante non è suonare, ma per quale motivo. E i manifesti diventano propaganda, un modo per veicolare un messaggio. Franti è anche poesia, come i testimoni diretti raccontano: è uno strano rumore di silenzio, pietre che cadono su una porta di acciaio invisibile. Franti è un orecchio che ascolta le storie di chi è stato e le tramanda per non dimenticare. Ma sopratutto Franti è autoproduzione, è questo libro e altri da fotocopiare in modo che il sapere sia libero e accessibile a tutti.
A cura di Cani Bastardi