The Running Chickens – Communication Lines Restored – recensione
by Alessandro Adesso
Uno torna a casa dopo una giornata a seguire interessantissimi corsi su una cosa per la quale dovrebbe fare assistenza e gli viene la curiosità di ascoltare questo cd. Accende lo stereo, mette su il dischetto e già rimane di pietra guardando il display: 16 canzoni per un totale di 63 minuti circa! E cosa mai avranno da dire in cosi’ tanto tempo questi polli che corrono? Schiaccia play, la musica parte e già dopo qualche pezzo si ha una risposta: niente che non si potesse dire in molto meno tempo. Sia chiaro, non sono un purista delle canzoni brevi, ma il punto e’ che qui spesso sono troppo lunghe per come sono strutturate: 16 brani appunto – e già qui il duo poteva pensare di tagliare qualcosa – la cui durata si gira in media attorno ai 4 minuti e spesso arriva quasi a 6, come in Johnny!, rischiando cosi’ di annoiare in più’ di un’occasione.
Che Stefano e Marcello, menti e componenti del progetto, siano ambiziosi non c’è’ dubbio, non si esce con un album cosi’ se non lo si e’ un minimo, ma l’impressione e’ che quest’ambizione rischi di rovinare tutto. D’altro canto si potrebbe ascoltare 3 – 4 pezzi al massimo prima di relegare il cd nella pila del dimenticatoio, ma non e’ cosi’, ed e’ questa la cosa che fa incazzare. Non fosse per l’eccessiva lunghezza questo ”Communication lines restored” sarebbe un disco fantastico: i due dimostrano grande competenza nei loro strumenti, cosi’ come nella composizione arrivando a creare molte canzoni di rara bellezza.
Il genere di riferimento e’ il blues vecchio stampo, quello più’ “sporco”, con richiami al gospel e ai canti degli schiavi e questo si sente sopratutto da certe parti di chitarra o dalle parole – la già citata Johnny!, o Gospel -, ballate acustiche o elettroacustiche come Me, myself and my hairy brother che pur non aggiungendo nulla all’immenso repertorio riescono ad essere molto personali. Ma anche qui siamo ad un’altra nota dolente: troppe ballate, per i miei gusti. Il disco parte bene, con una tripletta che farebbe rabbrividire anche il miglior cantautore, poi pero’ procedendo i pezzi più’ veloci lasciano spazio a momenti più’ lenti e tutta l’opera si perde un po’, ma e’ proprio quando si ha la tentazione di premere stop sul lettore che arrivano brani come People in a difficult moment, il momento migliore del disco, che non e’ certo un pezzo punk, ma riporta l’attenzione a livelli alti.
Meno ballate quindi e più’ pezzi tirati, questo e’ quello che mi piacerebbe sentire dai Chickens. Per il resto il lavoro e’ ben curato, la grafica del cd scarna, ma efficace e la produzione ottima, sopratutto se si considera che e’ stato fatto tutto in casa.
Ecco un’altra band da seguire, ambiziosa come già detto sopra, ma interessante: appurato che meno teste ci sono in una band e meglio e’ – questo e’ il loro pensiero -, i Running Chickens sono composti solo da Stefano Dentone e Marcello Dondero, suonatori di voci, bassi, armoniche, chitarre acustiche ed elettriche, chitarre slide e mandolini che si avvalgono pero’ di altri musicisti chiamati simpaticamente The Phantoms, amici che si prestano con i loro strumenti quali batterie, percussioni, organi vari alla realizzazione di questo piccolo gioiello. Ora aspetto di vedere questi polli dal vivo.
Trackilst:
- Running chicken’ shoes
- Sunshine
- Me, myself and my hairy brother
- Gospel
- My heart burns for you
- Ready to rock
- Tell me why
- Drunk
- Miracle
- Delta Blues
- Old memories
- Lonesome blues
- Johnny!
- People in a difficult moment
- Landscape
- Proud
Band:
- Stefano Dentone: Voce, basso, armonica, chitarre acustiche
- Marcello Dondero: Chitarre acustiche, elettriche, slide e resofoniche, mandolino
- The Phantoms: Batterie, percussioni, trombe, tastiere
Contatti: