Prog di ieri – prog di oggi? riflessioni by Fabio Zuffanti
Pubblichiamo volentieri questo post del grandissimo Fabio Zuffanti (musicista, scrittore, artista…) che disquisisce sulle differenze tra il prog del periodo d’oro (fine 60’s – 70’s) e quello attuale, ancora ben radicato sia nel nostro paese che all’estero. Ci sentiamo di condividere totalmente tali pensieri, pur non volendo sminuire gli artisti che ancora oggi operano in questo campo, e a volte licenziando splendidi album, concerti e frestival…ma le condisedarzioni di fondo sul periodo storico, sull’anarchia artistica dei musicisti coinvolti e sul senso di comunità, ben diversi da quelli attuali, sono sicuramente poco smentibili.
Chi volesse dire la sua sull’argomento ci scriva a redazione@metrodora.net
by Fabio Zuffanti
Vi spiego perché il prog degli anni 70 è più attuale di quello attuale.
I musicisti che nei ‘70 hanno concepito i capolavori che tutti amiamo avevano un’età media di 22 anni. Raramente si andava oltre i 24/25, spesso arrivavano al disco a 18/19 anni, a volte 14! Erano belli, giovanissimi, testosteronici, magrissimi, sessualmente disinibiti, drogati, lungocrinuti, con addosso pantaloni a zampa d’elefante, giubbotti con le frange, kaftani, cinturoni… sempre in strada, liberi, affamati di tutto, curiosi… Stavano spesso tutti insieme nelle piazze della città, come punkabbestia, armati di chitarre, percussioni e fumo. Erano in larga parte comunisti, avevano un modo di essere e di vivere che molti fan del prog di oggi, che magari voltano Lega, li manderebbero nei forni. Erano contro il sistema, totalmente contro la musica leggera, schifavano Sanremo. E cosa fondamentale si permettevano di mischiare in assoluta libertà, e senza che nessuno glielo menasse, rock, classica, folk, blues, soul, r’n’b, jazz, funky, psichedelia, elettronica, musica etnica, contemporanea, minimalismo, ecc. Facevano pezzi lunghi non perché volessero dimostrare quanto sapevano suonare bene ma perché era insita in loro l’idea di viaggio in musica, perché volevano realmente distruggere i confini del benpensare, erigere il loro mondo di fantasia e allucinazione alla faccia dei bigotti, degli adulti, del potere dei potenti che castra l’immaginazione. Ecco cosa era il prog e cosa non è più.
Articolo originale alla pagina facebook dell’artista genovese