Pierfrancesco Pacoda: New wave. La scena post-punk inglese 1978-1982 – recensione
Approfittando di una svendita clamorosa messa in atto da una nota catena di vendita libri italiana, ho acquistato una quindicina di titoli a carattere storiografico-musicali.
Il primo volume che istintivamente ho letto è questo trattato sulle origini del post punk, e quindi della new wave, incentrato sulle vicende del Regno Unito nel periodo magico 1978-1982, vale a dire il periodo che intercorre tra la lo spegnimento della fiammata punk e quello dello sviluppo della new wave più romantica.
Il libro, scritto magistralmente da Pierfrancesco Pacoda, è stato pubblicato nella sua prima edizione oramai quasi otto anni fa dalla NdA Press, e la sua ossatura è composta da una serie di stralci d’interviste dell’epoca, che meglio di ogni altro discorso fotografano la situazione culturale e sociale di un Inghilterra alle prese con una politica di governo contraddistinta dal pugno di ferro (in tutti i sensi) di Margareth Tatcher e una profonda rivoluzione culturale che con il biennio d’oro del punk aveva svoltato profondamente verso il Do it youself.
La nascita di una miriade di etichette discografiche (molto spesso create dalle stesse band protagoniste del periodo) aveva permesso la pubblicazione di album e singoli seminali che probabilmente non avrebbero mai visto la luce se proposte alle majors dell’epoca.
Il tutto ha gravitato intorno alla label Rough Trade (dapprima solo negozio di dischi) creata da Geoff Travis, una delle etichette indipendenti più importanti dell’intera storia del rock.
Sperimentazione, trasgressione, suoni obliqui e inquietanti alla base di un movimento unico, paragonabile in parte solo alla no wave newyorchese in quanto a spirito e rinnovamento estetico e stilistico.
Band e personaggi trattati sono di assoluto rilievo, anche se molti nomi probabilmente sono sconosciuti ai più, ma non per questo meno seminali: Essential Logic, Glaxo Babies, Passions, Ruts, Metabolist, Raincoats, Modern English, Comsat Angels di fronte ai più noti Throbbing Gristle, Pop Group, Killing Joke e…ebbene si, il buon vecchio Robert Wyatt, il padre spirituale di tutto il movimento.
Un libro essenziale, scorrevole, leggibile agilmente anche dai neofiti del periodo e del genere, un volume fondamentale che fotografa in maniera impeccabile un periodo troppo sottovalutato dalla storiografia rock ufficiale