Streaming + recensione: My Invisible Friend – My Invisible Friend – 2015
by Roberto Giannini
Interessante esordio dei My Invisible Friend da Fidenza con tre brani dalla durata superiore ai cinque minuti
Si parte (O.N.S.) da distorsioni chitarristiche ossessive incastrate su una ritmica solida e quadrata (filtrata dal Roland TR-505) e riff dai richiami orientaleggianti, sui quali subentra una voce spettrale. Un ascolto attento può rievocare Joy Division, Jesus & Mary Chain, Quintessence e primi Kula Shaker. La base sonora di Eyes non si discosta dallo stile del precedente, ma stavolta l’essenza è quella di un dream pop dalle tinte scurissime, come se i Beach House se la intendessero con Swans e Sunn O))). Terzo brano (Dear Mary) se possibile ancora più inquietante ed onirico del precedente. Spettralità che rimanda a band dei primi eighties del giro 4AD (Cocteau Twins, Dead Can Dance), come agli Interpol degli esordi.
Tre lunghi brani che non lasceranno indifferenti i cultori di certe atmosfere oscure di stampo gothic wave, nè gli amanti di certo kraut rock più d’atmosfera. Davvero una band promettente, da aspettare al varco del lavoro su lunga durata, nel quale la personalità dei tre giovani emiliani avrà sicuramente modo di delinearsi maggiormente.
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