Masterpieces from all times part 85: Spiritualized – Ladies and gentlemen we are floating in space – 1997
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di una band tra le più significative della scena alternativa britannica degli anni ’90: gli Spiritualized. Fondati da Jason Pierce (conosciuto anche come J. Spaceman) dopo la dissoluzione degli Spacemen 3, gli Spiritualized hanno preso le radici psichedeliche, minimaliste e drogate della sua band precedente e le hanno elevate, arricchendole con arrangiamenti orchestrali, influenze gospel, space rock, blues e musica classica contemporanea. Consenso unanime di critica e pubblico avvenne nel 1997, quando l’album che presentiamo vinse il premio come miglior album dell’anno da NME, battendo mostri sacri come OK Computer dei Radiohead. Ancora oggi è considerato uno dei dischi più importanti e influenti del decennio. La sua miscela di dolore intimo e vastità sonora ha ispirato band come Sigur Rós, The Flaming Lips, Mogwai, e persino alcune derive più orchestrali della musica elettronica.
L’album in questione si intitola Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space ed è stato pubblicato dalla label Dedicated, ed è fondamentalmente un disco che parla di amore perduto, dipendenza, dolore e tentativi di trascendenza. È un’opera immersa nel lutto personale: Jason Pierce ha composto gran parte dell’album dopo la fine della sua relazione con Kate Radley, tastierista della band, che nel frattempo aveva sposato Richard Ashcroft dei The Verve. Questo sfondo personale conferisce all’album un’autenticità e una disperazione palpabile. Dal punto di vista delle sonorità Ladies and Gentlemen fonde rock psichedelico al free jazz, il gospel al blues drogato e dilatato, l’acid rock al minimalismo alla Philip Glass. La prima edizione fu confezionata come un vero kit medico, con ogni canzone come “pillola”, e il compact disc in una scatola tipo blister farmaceutico. Questo sottolineava il tema della musica come medicina/droga per curare il dolore.
L’album coinvolge più di 120 musicisti, tra cui una gospel choir (London Community Gospel Choir) e un’orchestra (comprendente, tra gli altri, la sezione corde del Balanescu Quartet). È stato registrato in oltre una dozzina di studi differenti. Ogni brano è curato maniacalmente: arrangiamenti di fiati, archi, distorsioni controllate… c’è un senso di vastità sonora che rispecchia il vuoto interiore che Pierce stava cercando di esprimere. Oltre a Jason Pierce (voce, chitarra, dulcimer e piano) e Kate Radley (organo, piano, synth e backing vocals) la base della band era costituita dal bassista Sean Cook e dal batterista Damon Reece. Tra la miriade di musicisti coinvolti sono presenti anche John Coxon (chitarra e tastiere), B.J. Cole (pedal steel guitar) e nel lunghissimo brano finale (Cop Shoot Cop…, oltre 17 minuti) è presente anche il leggendario Dr. John (piano e voce).
Buon ascolto.
