Masterpieces from all times part 84: Diaframma – Siberia – 1984
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di una band italiana, che, assieme ai Litfiba, ha rappresentato la punta di diamante della cosiddetta Italian Wave, la risposta italiana al post-punk e alla new wave anglosassone. Negli anni ’80, Firenze era una delle capitali italiane più fervide dal punto di vista musicale. Nei club, nei centri sociali e negli studi di registrazione prendeva forma una scena alternativa che guardava a Joy Division, Bauhaus, Cure, ma con una sensibilità tipicamente italiana, più lirica e drammatica. In questo humus nascono i Diaframma, progetto fondato da Federico Fiumani, figura carismatica e controversa, poeta urbano, chitarrista tagliente, e successivamente anche voce della band.
Nel 1984, la band pubblica il primo leggendario album, dal titolo Siberia, per l’etichetta IRA Records (label fondamentale per la scena alternativa italiana), con la produzione artistica di Ernesto De Pascale. Siberia è un disco gelido e passionale allo stesso tempo. Una miscela unica di chitarre taglienti, linee di basso ossessive, sintetizzatori minimali e testi decadenti, che parlano di amore, alienazione, desiderio e morte. Il suono è debitore della cold wave, ma con un tocco poetico e mediterraneo che lo rende profondamente originale. Siberia non fu un successo commerciale all’uscita, ma nel tempo è diventato cult assoluto, influenzando generazioni di musicisti italiani. L’album è ancora oggi considerato uno dei migliori dischi italiani di sempre secondo critici, appassionati e collezionisti. Il leader, Federico Fiumani, che dal disco successivo prenderà anche il ruolo di cantante, porterà avanti il nome Diaframma in un percorso artistico coerente e radicale, mantenendo intatto lo spirito originale.
La prima formazione dei Diaframma, oltre a Fiumani, che in questo album oltre a scrivere le liriche è solamente chitarrista, comprendeva il vocalist Miro Sassolini (che aveva sostituito il primo cantante, Nicola Vannini detto Mondo), il bassista Leandro Cicchi ed il batterista Gianni Cicchi. Tra i brani più significativi dell’album, e dell’intera discografia della band, troviamo, oltre alla title track, viaggio esistenziale in una terra desolata, simbolo del vuoto interiore, l’inno generazionale Neogrigio, la riflessione malinconica di Impronte e l’altrettanto leggendaria Amsterdam.
Buon ascolto.
