Masterpieces from all times part 82: Pearls Before Swine – Balaklava – 1968

di Redazione, pubblicato il 11 Marzo 2025

Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di una delle band più originali e sottovalutate della scena folk psichedelica statunitense degli anni ’60 e ’70, che ha saputo combinare elementi di folk, psichedelia e sperimentazione, creando un sound unico e poetico. Si tratta dei Pearls Before Swine, ensemble che ha girato per tutta la carriera intorno alla figura carismatica del cantante, chitarrista e autore Tom Rapp, che si è sempre distinto  per la scrittura sofisticata e surreale, spesso influenzata dalla letteratura e dalla filosofia. I suoi testi affrontavano temi come la guerra, l’alienazione e la spiritualità, anticipando le sensibilità della controcultura dell’epoca.

Il loro album di debutto, One Nation Underground del 1967, è considerato una delle prime e più influenti opere del genere, ma quello che è da considerarsi capolavoro assoluto di Rapp e della sua band è senz’altro il secondo Balaklava, pubblicato nel 1968 dalla label Esp Disk. Album incentrato sull’antimilitarismo militante, prende il titolo dalla famosa battaglia combattuta il 25 ottobre 1854, che vide le forze alleate del Regno Unito, della Francia e dell’Impero Ottomano contrastare l’Impero russo (vedi la meravigliosa cover, opera del precursore del surrealismo Pieter Bruegel). Folk visionario e psichedelico, quello contenuto nell’album, nel quale l’influenza del Dylan di Blonde on blonde, di Scott Walker e del primo e più poetico Leonard Cohen è filtrata da un certo amore per il San Franciscan Sound che imperava in quegli anni, il tutto pervaso da fruscii di sottofondo, cinguettii di uccelli e soundscape (termine allora neanche nel vocabolario musicale) che fanno da ponte tra passato e presente.

Dieci bozzetti surrealistici, tra i quali la cover di Suzanne del già citato Cohen, un testo di Erodoto (Translucent Carriages, uno dei brani cardine del disco, coverizzato in seguito dagli Psychic TV) e uno di J.R.R. Tolkien (la conclusiva e folle Ring Thing), per un lavoro meraviglioso (in seguito possiamo trovare analogie nel Tim Buckley più psichedelico, come in tempi più recenti in band quali Fleet Foxes o autori quali Devendra Banhart) di un autore che a metà degli anni settanta, dopo una manciata di buoni album (alcuni a suo nome) lascerà il mondo della musica per dedicarsi ad altre storie. Nell’album, oltre a Rapp suonano Jim Bohannon (organo, piano e clavinet), Wayne Harley al banjo, Lane Lederer al basso e chitarra, con la collaborazione di altri musicisti (tra i quali il fiatista Joe Farrell).

Buon ascolto.

pearls before swine
pearls before swine