Masterpieces from all times part 73: Mark Stewart and the Maffia – Learning to cope with cowardice – 1983
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di un personaggio fondamentale della scena post punk e dub britannica, che dapprima ha militato nei The Pop Group, una band rivoluzionaria della fine degli anni ’70, le cui sonorità incendiarie, in bilico tra punk e funk, dub e free-jazz, erano in grado di “trasformare il palco in un inferno”. Il leader della band era Mark Stewart, la cui passione per il funk e, in generale, per la musica afroamericana, lo portò ad una carriera solistica tra le più avvincenti ed apprezzate (da pubblico e critica) degli anni ottanta.
Il primo album dello Stewart solista è il suo capolavoro conclamato, Learning to cope with cowardice, pubblicato nel 1983 dalla label On-U Sound. I compagni d’avventura del leader del Pop Group è una band che includeva ottimi musicisti legati alla scena post-punk e dub britannica di nome Maffia. L’album si colloca in un periodo di grande fermento musicale, in cui il post-punk si stava diversificando e contaminando con vari generi, dal dub alla musica industriale e all’elettronica. Stewart è uno dei pionieri di questa fusione. Le influenze del dub giamaicano sono molto presenti in questo album, con bassi profondi, riverberi e delay, ma vengono combinati con suoni elettronici abrasivi e una forte componente politica e sociale nei testi. La produzione è affidata a Adrian Sherwood, noto per il suo lavoro con l’etichetta, specializzata in suoni dub e sperimentali.
L’album affronta temi politici e sociali con grande intensità, riflettendo il contesto di tensioni politiche, disoccupazione e ingiustizia sociale nel Regno Unito sotto il governo di Margaret Thatcher. La voce di Stewart è spesso distorta, quasi meccanica, e trasmette un senso di alienazione e frustrazione. Uno dei temi ricorrenti è la critica all’ipocrisia e alla codardia della società moderna, come suggerisce anche il titolo. Detto che la band dei Maffia era un trio composto dal tastierista Desmond Fatfingers Coke, dal bassista Evar Wellington e dal batterista Charles Eskimo Fox, vi invitiamo ad ascoltare attentamente uno dei manifesti culturali più importanti di un decennio fondamentale.
Buon ascolto.