Masterpieces from all times part 51: MX-80 Sound – Out of the tunnel – 1980
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di un album di una band americana protagonista in ambito post punk/new wave, anche se è nata a Bloomington, in Indiana, ben prima dell’esplosione inglese del punk e in contemporanea con i conterranei Ramones. Si tratta degli MX-80, che dal momento che si trasferiscono in California costituiscono insieme ai Residents, ai Chrome e ai Tuxedomoon il cosiddetto “quadrato di San Francisco”, formato dai quattro gruppi più importanti della scena musicale locale dell’epoca.
Tre sono gli album fondamentali, pubblicati dalla band tra il 1977 e il 1981, e quello che prendiamo in esame è il secondo Out of tunnel del 1980, pubblicato dalla Ralph Records (etichetta dei Residents stessi) , laddove la miscela tra punk, hard rock e free jazz (con evidenti influenze dal Captain Beefheart più acido e sperimentale) raggiunge livelli estremi di amalgama e creatività sublime. E’ proprio con questo album che la band guidata dal leader carismatico (nonchè vocalist e chitarrista) Bruce Anderson, dal chitarrista, vocalist e sassofonista Rich Stim, dal bassista Dale Sophiea e dal batterista Dave Mahoney hanno scritto una pagina importante di storia.
In questo disco la band (diventata) californiana, ispirata sia ai Velvet Underground che a certo krautrock (Ash Ra Tempel e Amon Duul II in particolare), senza tralasciare l’hard rock alternativo di Black Sabbath e Blue Oyster Cult offre il meglio di se stessa in particolare nell’iniziale (e beefheartiana) It’s Not My Fault, la sgangherata (precursione della no-wave?) Fender Bender, il noise di Frankie I’m Sorry che sicuramente è stata ascoltata dagli imberbi Sonic Youth e la declamatoria Face Of The Earth che chiude l’album.
Buon ascolto.