Masterpieces from all times part 50: Calexico – The black light – 1998
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questa nuova puntata parliamo di un album di una band (o meglio un duo) americana protagonista in ambito roots-rock, tex-mex, desert-rocke alternative country fin dalla metà degli anni novanta: si tratta dei Calexico, provenienti da Tuxon, Arizona, nati da una costola dei Giant Sant di Howe Gelb, autori di una quindicina di album (sono attivi a tutt’oggi) mai sotto livelli qualitativi quantomeno buoni, dal suono unico che spesso incorpora elementi della cultura del sud-ovest degli Stati Uniti e delle zone di confine con il Messico.
Tra gli album del duo formato dal bassista Joey Burns e da batterista John Convertino, il capolavoro conclamato è il secondo The black light, pubblicato nel 1998 dalla label Quarterstick, sintesi perfetta di una formula spesso caratterizzata da arrangiamenti ricchi, testi poetici e l’uso di strumenti tradizionali messicani, come la chitarra mariachi e la fisarmonica. Le sonorità dell’album evocano immagini di deserti, paesaggi aridi e avventure lungo il confine messicano, e tematiche quali il viaggio, l’identità e la solitudine. Fin da subito ha ricevuto recensioni positive dalla critica ed è stato fondamentale nel definire il genere “desert rock” o “desert noir.
In questo disco Burns e Convertino sono coadiuvati da un gruppo di grandi musicisti quali il vecchio sodale Howe Gelb al piano e all’organo, Neil Harry alla chitarra pedal steel, Bridget Keating al violino, Gabriel Landin al guitarròn (chitarra messicana di grandi dimensioni), Nick Luca alla chitarra classica e i tre trombettisti messicani Rigo Pedroza, Fernando Sanchez e Al Tapatio.
Buon ascolto.