Masterpieces from all times part 5: Slint – Spiderland – 1991
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock con il secondo album della band di Louisville Slint, che in piena era grunge diede una nuova scossa al rock, partendo dal punk e dall’hardcore per approdare verso lidi psichedelici intrisi di free jazz.. Dapprima etichettato come slow core e in seguito più in generale con post rock, gli Slint con questa pietra miliare di nome Spiderland riscrivono le coordinate dando il là a una serie di generi e sottogeneri difficilmente classificabili, aprendo la strada a centinaia di band nei decenni a seguire.
Questo album seminale, che purtroppo rimarrà l’ultimo per la band di Louisville, è stato pubblicato dall’etichetta Touch and Go (che diventerà un istituzione post rock negli anni a seguire), ed è stato suonato dal quartetto composto dal vocalist e chitarrista Brian McMahan (futuro Palace Brothers e The For Carnation), dal chitarrista (futuro Tortoise e autore di un’importante carriera solista come Aerial M e Papa M) David Pajo, dal bassista Todd Brashear e dal batterista Britt Walford.
Sono sei i brani che compongono questo piccolo capolavoro, che al suo interno contiene solo gemme, dall’iniziale leggiadra Breadcrumb Trail al punk metal di Nosferatu Man, dalla minimalista Don, Aman, al prototipo post rock nei quasi nove minuti di Washer, dall’angosciante strumentale For Dinner alla conclusiva Good Morning, Captain che conclude l’album con una violenta scarica di accordi e feedback.
Buon ascolto.