Masterpieces from all times part 41: Galaxie 500 – On fire – 1989
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questo nuovo capitolo torniamo negli Stati Uniti, quando tra il 1988 e il 1990, una band newyorkese di nome Galaxie 500, con un sound malinconico e triste, ispirato dalla psichedelia dei Velvet Underground e accostabile agli inglesi Spacemen 3, ispirò molti gruppi degli anni novanta e contribuì a creare un sottogenere: lo slowcore.
L’album che abbiamo scelto è il secondo dei tre, dal titolo On fire, pubblicato dalla leggendaria Rough Trade, incensato dalla critica maggiormente rispetto al precedente Today e al successivo This is our music, diventando presto manifesto di quel genere che sta tra lo shoegaze e il dream pop, con elementi psichedelici sempre presenti, miscela che ha fatto del trio del vocalist e chitarrista Dean Wareham, della bassista Naomi Yang e del batterista Damon Krukowski (coadiuvati dall’ottimo lavoro dietro alle quinte del produttore Mark Kramer), una band seminale.
Le canzoni di On Fire si muovono con una lentezza ipnotica e un’atmosfera sognante, con tracce come Blue Thunder, Snowstorm e Strange che catturano perfettamente l’essenza malinconica e introspettiva della band, evocando un senso di nostalgia e solitudine. L’album presenta anche una serie di reinterpretazioni uniche, tra cui una versione ipnotica di Ceremony dei Joy Division/New Order e una rilettura sognante di Here she comes now dei Velvet Underground. Queste cover dimostrano l’abilità della band nel mettere il proprio marchio sulle canzoni e nel trasformarle in qualcosa di completamente loro.
Buon ascolto.