Masterpieces from all times part 39: Creedence Clearwater Revival – Cosmo’s factory – 1970
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, e per questo nuovo capitolo rimaniamo negli Stati Uniti, per incontrare una grandissima band, i Creedence Clearwater Revival, che ebbero il merito, in un’epoca storica aurea (tra fine anni sessanta e inizio settanta), di strabiliare per un lustro pur non appartenendo a nessuno dei filoni (psichedelia, acid rock e flower pop soprattutto in California e dintorni, psych-garage e cantautoriato illuminato nel nord, in particolare New York), e rimanere nonostante la breve carriera fonte di ispirazione per miriadi di band ed artisti dei decenni successivi.
L’album che abbiamo scelto è il quinto della band californiana (nasce nella periferia di San Francisco) guidata da John Fogerty (autore in toto dei brani originali della band), che oltre alla voce era chitarrista, pianista e, all’occorrenza, sassofonista, dal titolo Cosmo’s factory, pubblicato nel 1970 dalla Fantasy Records, che abbiamo preferito ai tre precedenti (consideriamo l’esordio del 1968 più acerbo, nonostante contenga le splendide cover di Suzie Q e I put a spell on you) Bayou country (1969), Green river (1969) e Willy and the poor boys (stesso anno). Nel quinquennio d’oro della band la formazione è sempre stata la stessa, con il fratello di John Tom Fogerty alla chitarra ritmica, Stu Cook al basso e Doug Clifford alla batteria.
Undici i brani che compongono questa meraviglia difficile da descrivere stilisticamente, laddove southern rock e roots rock incontrano il blues e il country, ma una menzione particolare meritano i sette minuti esplosivi iniziali di Ramble Tamble, l’ultraclassico Travelin’ Band, le eterne Run Through the Jungle e Up Around the Bend, nonchè il brano più lungo che la band di John Fogerty abbia mai inciso, il monumento soul rock I Heard It Through the Grapevine.
Buon ascolto.