Masterpieces from all times part 25: Groundhogs – Blues obituary – 1969
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock, questa volta prendendo in esame un disco di una band inglese assolutamente sottovalutata, i Groundhogs, protagonista soprattutto tra fine anni sessanta e la metà dei settanta dell’evoluzione del blues del Regno Unito, creandone una miscela con il primo hard rock assolutamente unica.
L’album che abbiamo scelto e che ha vinto il ballottaggio con l’altrettanto sraordinario esordio è il secondo Blues obituary, che è quello che più di ogni altro ha trasformato il blues classico (soprattutto John Lee Hooker, vero mentore della band e citato nella denominazione sociale della band) per avvicinarsi alle sonorità più hard rock di band seminali quali Blue Cheer e i primi Zeppelin.
Sotto la leadership dello straordinario chitarrista e vocalist (oltrechè produttore e arrangiatore) Tony McPhee accompagnato dal bassista Pete Cruickshank e dal batterista Ken Pustelnik, la band sforna sette straordinari e torrenziali esempi di hard blues, tra le quali segnaliamo l’hendrixiana Light Was The Day e l’ipnotica Mistreated, probabilmente il brano di punta di questo album (uscito nel 1969 per la Liberty) che ha contribuito a cambiare le coordinate del blues.
Buon ascolto.