Masterpieces from all times part 20: Bjork – Homogenic – 1997
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock insistendo sugli anni novanta, con un’artista fenomenale, sia come autrice di brani (un misto originali di generi che attraversano trip hop, sperimentalismo, dream pop, soul-jazz, funk, insustrial e chi più ne ha più ne metta) che come vocalist dalle timbriche superlative, una splendida principessa dei ghiacci, l’islandese Bjork (all’anagrafe Bjork Gudmundsdottir).
Soprattutto nel decennio dei novanta Bjork ha stupito inanellando una serie di album fondamentali (tutti pubblicati dalla label One little indian), tra i quali segnaliamo il Debut del 1993, primo vero album della musa di Reykjavik e Post di due anni successivo, ma abbiamo concentrato la nostra attenzione sul quarto album in studio dal titolo Homogenic, inciso in Spagna e vero capolavoro dell’artista che alcuni anni dopo sarà protagonista del mondo cinematografico con una strepitosa interpretazione in Dancer in the dark, lungometraggio del 2000 diretto da Lars von Trier, vincitore della Palma d’oro per il miglior film al 53º Festival di Cannes.
Dieci brani dei quali non si scarta niente, l’album più oscuro, personale ed introverso all’indomani della fine della relazione con il grande musicista trip hop Tricky (alla quale allude il primo brano del lato B del vinile, 5 years), ma anche album del quale ogni pezzo potrebbe essere tranquillamente un singolo di successo (ne sono usciti in tale forma cinque, i primi due Hunter e Joga, la superlativa Bachelorette, Alarm call e il brano di chiusura All is full of love). Oltre al produttore e tastierista Chris Bell nell’album hanno suonato il tastierista (e pluristrumentista) Guy Sigsworth e il cellista Jon R. Ornolfsson.
Buon ascolto.