Masterpieces from all times part 19: June of 44 – Four great points – 1998
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock rimanendo sugli anni novanta, con una band americana che ha contribuito allo sviluppo e all’innovazione di quel genere nato in contrapposizione alla ruvidezza del grunge e che, in modo semplicistico, è stato denominato post rock: si tratta dei June of 44 da Louisville, Kentucky .
Il capolavoro della band in questione si intitola Four great points, il quarto album della band uscito per la label Quarterstick, preferito agli altrettanto validi Engine takes to the water (l’esordio del 1995), il secondo Tropics and meridians dell’anno seguente e quel Anahata a cavallo del millennio che rimane l’ultimo lavoro (prima della lunga pausa culminata con la reunion del 2020) per la band formata dai chitarristi e vocalist Jeff Mueller (anche con i Rodan) e Sean Meadows (anche con i Lungfish), dal bassista e trombettista Fred Erskine e dal batterista Doug Scharin (anche con Codeine e Him).
Otto brani (che vanno dai quattro ai sette minuti circa di durata) nei quali fanno capolino suggestioni jazz, intagli progressive a tratti noise, approccio lo-fi e discreto uso dell’elettronica, fiati sempre al posto giusto ed abbellimenti arrangiativi di tutto rispetto. Spiccano, se vogliamo proprio segnalare qualche brano, la track di apertura (Of information & belief) che contiene tutte le caratteristiche sopra esposte, le vibrazioni elettro dub di Lifted bells, il più tipicamente rock Shadow pugilist e la conclusiva stupefacente per varietà e cambi di passo ritmici Air #17.
Buon ascolto.