Mamadarque – new song – Amor s/cortese
Nuovo brano per la band genovese Mamadarque, ensemble dalle sonorità che vanno dal grunge al progressive nato una paio di anni fa dalle ceneri dei Mamada.
I brano si intitola Amor s/cortese, e da ciò che potete leggere qui sotto è decisamente ispirato sia dal Canzoniere del Petrarca che dall’opera omnia di Dante Alighieri. Arriva a distanza di un anno e mezzo circa dalla trilogia di brani dei quali abbiamo parlato in passato (leggi articolo). La band è stata supportata dalla direzione artistica di Alfredo Vandresi, che abbiamo già menzionato per l’esordio (all’inizio di quest’anno) dei Tempi Dispari.
Direttamente dalle note della band:
Con il brano amor s/cortese i mamadarque entrano nella selva oscura dell’amore.
Il brano inizia percorrendo il sentiero dell’amor cortese di Petrarca, che nel suo Canzoniere ama Laura in vita e in morte ( a più riprese), passando per il giardino di Boccaccio, dove per dimenticare la pandemia dell’epoca (la peste) sette ragazze (sette come le note diatoniche) e tre ragazzi ( tre come i mamadarque al tempo del Covid) si chiusero in una villetta ( la rima con saletta è un accidenti della storia) raccontadosi delle storie, dei brani.
Poi all’improvviso, la musica trascina tutti ai piedi della selva oscura, quando Dante, accompagnato da Virgilio, la ragione sicura, inizia il suo viaggio alla scoperta dell’amore, quello divino, quello perfetto, aristotelico, che move il sole e l’altre stelle.
E tuttavia in questa perfezione, in questo ordine delle cose, ci sono persone, fatti che sfuggono alle sue regole. Qualcosa che esce dalla Commedia, che sa di tragico, di inaccettabile anche per lo stesso Dante.
Una forma di resistenza umana che va oltre il tempo e la vita, e che con ostinità continua la sua sfida alle regole del sistema anche dall’aldilà, anche se quell’aldilà è l’inferno e anche se quell’inferno è la sanzione comminata a due anime da una autorità divina la cui esistenza si basa sull’amore.
Ciò prefigura un atto di fede, che adombra la ragione, allungando un’ombra di imperfezione, che spalanca con tutto il suo splendore distopico le porte del secondo girone dell’inferno, quello dei lussuriosi, dove le anime dei dannati vengono sbattute con violenza contro il cerchio di Minosse.
In questo tormento, due colombi, attirano Dante e anche i mamadarque.
Il Poeta incontra Paolo e Francesca e proprio Francesca racconta la storia del suo exoricidio, che oggi chiameremo femminicidio, e del fratricidio, comminati da Gianciotto, di lei marito indifferente, e di Paolo fratello.
Per quel bacio galeotto, durante la lettura del libro che parla di Ginevra e Lancillotto,
giunge la morte dei due per la mano violenta di quel marito, fratello.
E così Dante, coinvolto emotivamente da una storia di amore cortese, in mezzo ad un mondo medioevale di indifferenza e violenza, di amor scortese, incapace di cogliere le ragioni della loro collocazione nel giorone infernale, forse per ribellione umana per una scelta divina che sa di pregiudizio universale, sviene, o meglio, cade come un corpo morto cade.
E noi, con lui.
Grazie a Dante, i mamadarque provano a parlare di violenza e pregiudizi di genere, dell’esigenza a volte di uscire dalle regole, per quanto queste possano apparire perfette.
Grazie a Voi proviamo a parlare di Dante e di Rock in libertà, perchè il Rock è proprio questo: uscire dalle regole!
Buon viaggio nella selva oscura di ciascuno di Voi. Affidatevi a Virgilio, la ragione sicura, e buon ascolto.
I Mamadarque sono un terzetto formato dal bassista e vocalist Roberto De Luca , dal batterista Roberto Fiorello (anche ai cori) e dal chitarrista flautista (e vocalist anch’esso) Stefano Marretta, tutti rigorosamente nati nell’anno 1978.