Recensione disco italiano: Makhno – The third season – 2015
by Alessandro Adesso
Bella storia quella di Nestor Ivanovič Machno, contadino vissuto a cavallo tra IXX e XX secolo che fin da giovanissimo si ribella ai soprusi dei padroni, ideatore della Machnovščina, un sistema che permetteva ai contadini di organizzare comuni e di autogestire la terra lavorata senza ordini da qualsiasi autorita’ centrale. Una di quelle storie che si vorrebbe fossero finite in un altro modo, che avrebbero potuto finire in un altro modo non fosse che quelli che avrebbero dovuto essere i suoi alleati sono in realta’ stati i suoi aguzzini. Ma e’ andata come e’ andata e a noi non resta altro che ricordare il passato; chi a modo suo sta provando ad evitare che la figura dell’anarchico ucraino finisca nell’oblio e’ Paolo Cantu’ che decide di chiamare il suo ultimo progetto Makhno. In molti lo ricorderanno come chitarrista nella prima formazione degli Afterhours e per essere stato mente di progetti come Six Minute War Madness, A Short Apnea e Uncode Duello, ma in realta’ Paolo e’ molto di piu’ essendo un musicista che riesce a trasformare in suono praticamente tutto quello che tocca.
Il progetto Makhno nasce nel 2012 con 4 brani su vinile Phonometak 10 (qui ancora con il sodale Xavier Iriondo); bisogna attendere un anno per sentire il primo lavoro da solista sulla lunga distanza, Silo Thinking che piu’ che un album e’ una vera e propria dichiarazione di intenti: canzoni incentrate sull’uso della chitarra, ma piene di rumori ed effetti, riff in stile noise che si intrecciano tra loro costruendo una non melodia che torna costantemente per i 38 minuti di durata, titoli che sono un programma: La Makhnovtchina, Ulrike (riferimento a quella Ulrike?), Zena, nella quale si ricordano i fatti del 30 giugno 1960. E dopo il 7” disponibile solo in download Haveyousaidmakhno? esce nel 2015 The Third Season coprodotto da Wallace Records, Neon Paralleli, Bloodysound Fucktory, Villa Inferno, Hysm?, Brigadisco, il Verso del Cinghiale, Xego Records, Onlyfuckingnoise. Come nel precedente anche stavolta e’ la chitarra il perno sul quale gira la composizione: riff nevrotici accompagnati da ritmi serrati come nel brano di apertura “The book of the year” con Federico Ciappini, altro compagno di vecchia data, loop che si sovrappongono l’uno all’altro, drum machine che si alterna ad una batteria creando ritmi non sempre regolari. E ancora canzoni in puro stile industrial seguite da altre che sembrano venire direttamente dalle esperienze passate del nostro (“Avevo cose da dire”, sempre con Ciappini alla voce, che ricorda molto i SMWM periodo “Full fathom six”), con un orecchio di riguardo anche per la melodia (“Nobody knows you when you’re down and out”); e come gia’ nell’album precedente anche i titoli scelti hanno un peso nell’opera: ironici, pieni di nonsense (“Do not let the olive branch fall from my hands”) o che richiamano certi ideali (“Die Gedanken sind Frei”, canzone popolare tedesca che inneggia alla liberta’ di pensiero), tanto da far pensare che forse la Storia ha sottovalutato la figura di Machno ed in generale tutte le figure libertarie esistite, ma per fortuna in giro c’e’ chi ancora crede ad un mondo (e un modo) diverso.
Tracklist:
- The Book of The year
- Per non mai dimenticarmi
- I dreamed I saw Mark P. last Night
- Avevo cose da dire
- Die Gedanken sind Frei
- Nobody knows you when you’re down and out
- Do not let the olive branch fall from my hands
- Cerambice
Il disco è in streaming sul nostro sito: http://www.metrodora.net/makhno-the-third-season/
Contatti:
http://neonparalleli.blogspot.it/2015/03/makhno-third-season.html