L’uragano e la rondine
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by Jessica Molinaro
In un affollato tram del centro, che si fa spazio tra le vecchie glorie di una città, che oggi a malapena respira, ho deciso di illudermi, ma non resterò ferma su queste rotaie fredde e scricchiolanti in una strada così vecchia.
Da quando Dio ha deciso di vivere lassù nel cielo così terso stamattina, la rugiada bagna anche le tegole dei tetti e queste rotaie, che trafiggono la città, diventano un uragano di polvere e mi portano via, via da questa triste realtà. Mi continuo a ripetere che vivrò senza di te, esisterò comunque e tu esisterai anche senza di me.
Un cane sta mordendo una nuvola, non c’è il vento solito che martiria la città, forse almeno la pioggia non cadrà, oggi. Oggi la pioggia non laverà via tutti gli sbagli che abbiamo fatto, mi chiedo solo se quando passerai sotto casa mia, alzerai gli occhi cercando qualcosa che non c’è più, se guarderai quelle finestre sbarrate ormai, o se ti dimenticherai di tutto e andrai oltre.
Non c’è più niente da discutere, non c’è più niente da dire, solo il silenzio ormai può darmi pace: l’unico rumore che mi porta via è il vociferare che proviene dal bar dietro la fermata del tram, dove un bel cane sta inseguendo una rondine. E’ primavera, almeno non pioverà.
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