Live from the past vol.180: Bill Evans – The complete Village Vanguard recordings,1961
Questa centottantesima puntata di streaming di concerti integrali del passato, parla di uno dei più influenti pianisti jazz del ventesimo secolo, con un suo stile raffinato, un tocco delicato e un approccio innovativo all’armonia che hanno avuto un impatto enorme sul jazz moderno, soprattutto nel mondo del pianoforte. Noto per aver rivoluzionato il concetto di interplay all’interno del trio jazz, rendendo il contrabbasso e la batteria elementi paritari rispetto al pianoforte, piuttosto che semplici accompagnatori.
Si tratta di Bill Evans, nato nel 1929 a Plainfield, nel New Jersey, innovatore che ha introdotto un uso sofisticato della modulazione e delle estensioni armoniche, influenzato dalla musica classica (in particolare da Debussy e Ravel). Diversamente da molti pianisti bebop, il suo fraseggio era più morbido, con un senso di malinconia ed espressività che lo rende inconfondibile. Con il suo trio classico ha ridefinito il jazz come un organismo in cui tutti i membri dialogano tra loro, piuttosto che limitarsi a ruoli separati. Tra i suoi album fondamentali possiamo citare Portrait in jazz del1959, Conversations with myself del 1963 (album sperimentale in cui Evans sovraincide più tracce di piano, creando un effetto di dialogo con sé stesso), You must believe in spring del 1977 e la doppietta del 1961, Waltz for Debby e il disco qui presente, registrato lo stesso giorno.
Il disco che proponiamo, pubblicato dalla Craft Recordings, ci riporta al 25 giugno del 1961 al Village Vanguard di New York (un locale che ha ospitato spesso performance di grandi musicisti jazz), ed è considerato uno dei migliori album live della storia del jazz, mettendo in evidenza l’intensità e la sensibilità del trio, qui all’apice della creatività. Tale culmine artistico è dovuto non solo al fatto che era in piena crescita la maturazione artistica dei tre musicisti e la loro intesa interpretativa ed esecutiva, ma anche perché fu l’ultima registrazione del trio, formato oltre che da Bill Evans al piano, dallo straordinario contrabbassista Scott LaFaro e dall’altrettanto immenso batterista Paul Motion. Il disco è stato registrato in presa diretta, senza alcun intervento di post-produzione e con in sottofondo, talvolta evidenti, il chiacchiericcio degli avventori ed il rumore delle posate. Tali rumori non tolgono nulla alla possibilità di apprezzare appieno sia le melodie, sia le tecniche esecutive dei musicisti.
Evans ha influenzato una generazione di pianisti jazz, da Herbie Hancock a Keith Jarrett, e la sua estetica ha avuto un impatto anche fuori dal jazz, arrivando persino alla musica pop e classica contemporanea. La sua visione musicale ha ridefinito il ruolo del pianista nel jazz moderno, spingendo i confini dell’armonia e del lirismo.
Buon ascolto.