Live from the past vol.170: Jo Jo Gunne – Live 1971 & 1973
Questa centosesttantesima puntata di streaming di concerti integrali del passato, si occupa di una band americana di culto, nata da una costola dei mitici Spirit, che durante la prima metà degli anni settanta ha contribuito all’affermarsi di un sound radicato nel rock and roll e nel boogie rock, con influenze blues, hard rock e rock progressivo.
Si tratta dei Jo Jo Gunne, band losangelina che ha esordito con un album omonimo nel 1972. Dopo la separazione dagli Spirit, Jay Ferguson e Mark Andes decisero di creare una nuova band che avesse un sound più diretto e meno sperimentale rispetto alla band madre. Il nome Jo Jo Gunne deriva da una canzone del musicista Chuck Berry. Il sound della band era caratterizzato da un mix di rock and roll energico e ritmato, arricchito da una certa abilità tecnica, ma senza cadere negli eccessi strumentali tipici del progressive rock. I loro testi erano spesso semplici e diretti, focalizzandosi su temi di divertimento, libertà e romanticismo, tipici dell’epoca.
Il disco che proponiamo, pubblicato in digitale e in cd nel 2015 dalla Liberation Hall, contiene dieci brani registrati all’Hollywood Palladium nel 1971 (poco prima dell’esordio su lunga durata), e altri dieci registrati agli Ultrasonic Studios di Long Island e trasmesso dal vivo sulle onde di radio WLIR-FM nel 1973, all’indomani della pubblicazione del terzo album Jumpin’ the Gunne. Il supporto fisico contiene un booklet a colori di otto pagine con una ventina di foto inedite della band.
Il quartetto era composto dai due ex Spirit (con la band di Randy California e Ed Cassidy hanno inciso i primi quattro leggendari album, vere pietre miliari della psichedelia della seconda metà dei sessanta), il vocalist e tastierista Jay Ferguson e il bassista e vocalist Mark Andes, coadiuvati dal chitarrista Matthew Andes (fratello minore di Mark) e dal batterista William Curly Smith. La formazione del 1973 comprendeva il bassista e vocalist Jimmie Randall che aveva appena sostituito Mark Andes.
Buon ascolto.