Recensione album: Giacobs – Bastava essere felici – 2014
Giacobs – Bastava essere felici – 2014 – (autoprodotto)
by Alessandro Adesso
Ah, se bastasse essere felici, quanto sarebbe più semplice la nostra vita! Il capo che ti assilla con le sue menate carrieristiche, quello che ti rompe le palle nel cuore della notte per sfogarsi e i dolori alla schiena che inevitabilmente l’età porta con se, tutto sarebbe solo un gioco. Del resto cosa dovremmo fare se non cercare di essere il più contenti possibile? Si, ma come si fa ad esserlo veramente? E’ quello che si chiede Giacobs, ovvero Federico Giacobbe, nel suo secondo lavoro dal titolo, appunto, Bastava essere felici.
Si può dire che più che un disco sulla felicità questo sia un tributo alla malinconia, a qualcosa che c’era ed ora manca, sia questa una persona (Ti rincontrerò e Fior di luna) o un luogo (L’ultima volta che vidi il Sud America), o forse la felicità stessa, uccisa da troppi luoghi comuni ottusi. Ma non si pensi che sia un album triste, anzi, Giacobs sa descrivere tutto in modo ironico; si veda ad esempio la title track dove vengono raccontate situazioni tragiche come quelle di un uomo lasciato dalla moglie, di un soldato tornato dalla guerra mutilato e di un innocente condannato, anticipate dalla frase che dà il titolo all’album detta dal fortunato di turno.
E’ un disco molto scarno, tutto è lasciato solo alle parole e alla chitarra acustica, mai effettata, di Federico, eccezione fatta per un kazoo e poco altro; questo potrebbe essere spaventosamente noioso per chi è abituato ad ascoltare musica suonata da cinque, sei o ventinove elementi, suoni che si accavallano l’uno sull’altro e strumenti che si rincorrono per avere i loro 15 secondi di gloria, ma del resto questa è una sua scelta, di sicuro coraggiosa, e nella loro semplicità le dieci tracce non fanno rimpiangere la mancanza degli strumenti tipici di oggi. Va da se che essendo un album di solo chitarra e voce le parole hanno il loro peso ed è proprio qui che questo lavoro ha il suo punto di forza, perché se la poetica non è sempre impeccabile il messaggio che questi testi vogliono trasmettere è chiaro, tanto che diventa impossibile non farsi coinvolgere da certi momenti molto emotivi, come in Fior di Luna:
Rincorrevi le foglie
E cambiavi il destino
Percorrevi sentieri
Strani con le strade in salita
E domandavi all’altra gente
Se conoscevano cose importanti
E non capivano e tu piangevi
Nei tuoi barattoli tenevi
Un fiore di luna
E a raccontare queste storie è una voce sommessa, a volte un po’ stonata, ma che sulle tonalità basse è molto particolare. Ma non sono solo storie quelle che Giacobs ci racconta: in alcuni momenti trovano spazio pensieri introspettivi, in altri invece è una denuncia della società odierna, seppur mai troppo pesante, che trova spazio, come L’uomo del luogo comune, in cui vengono elencate una serie di frasi tipiche da bar. E a proposito del pezzo appena citato, vorrei chiudere con un paio di domande da rivolgere a Federico: non pensi che contrapporre gay a seduttore sia da luogo comune? E sei proprio sicuro che quello di cui abbiamo bisogno siano uomini e non colori?
Tracklist:
Ti rincontrerò
Bastava essere felici
Un segreto
Macerie
Fior di luna
Breve squarcio onirico ad un lento lunedì
Quel cielo che avevamo disegnato
L’ultima volta che vidi il Sud America
E tu dicevi…che l’amore…