Demos, rarities & compilations vol.50: Can – The singles

di Redazione, pubblicato il 26 Giugno 2024

Continuiamo la rubrica sul sito Metrodora con la cinquantesima pubblicazione, che si occupa di una band straordinaria, nata e sviluppatasi in Germania, a Colonia, dalla fine degli anni sessanta e per tutto il decnnio successivo, definendo nuovi canoni per il rock europeo, diventanto la band guida per tutto un movimento floridissimo chiamato impropriamente kraut rock e per una miriuade e band europee che ne hanno dichiarato esplicitamente l’influenza. Si tratta dei Can, quintetto di fenomeni formato da allievi di Karlheinz Stockhausen, ognuno virtuoso (nel senso migliore del termine) del proprio strumento: Irmin Schmidt, tastierista e organista tessitore delle trame sonore sui quali la chitarra di Michael Karoli e una delle migliori sezioni ritmiche di tutti i tempi (il bassista Holger Czukay e il batterista Jaki Liebezeit) potevano lanciarsi in incursioni sonore fino a quel momento mai sentite. E sui quali la voce dannata di Damo Suzuki (che ha sostituito il folle Malcolm Mooney presente sul leggendario disco d’esordio, Delay 1968 e sul secondo Moster Movie del 1969) poteva imperversare in stralunati incipit tribali, che tanto condizioneranno lo stile muazzin di Johnny Lydon dei primi dischi dei suoi Public Image Ltd.

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Questa  raccolta di 23 brani (pubblicata nel 2017 dalle benemerite Mute e Spoon Records), è la compilation definitiva della band di Colonia, contenendo tutti i singoli pubblicati in quindici anni circa di carriera; non possono mancare brani celebri (si fa per dire) quali Halleluwah, Vitamin C, Spoon, Mushroom, Moonshake e I Want More, ma anche episodi più oscuri quali Silent Night e Turtles Have Short Legs. Una raccolta imperdibile per una band che è stata tra le più (misconosciutamente) importanti di tutta la storia del rock. Ascoltare il loro masterpiece riconosciuto Tago Mago (ascoltalo qui) per credere.

Buon ascolto.