Recensione e streaming: Case di Vetro – Sete – 2015
Dopo alcuni anni di gavetta esce l’atteso primo lavoro (di media durata) della band genovese Case di Vetro, minialbum molto curato e prodotto in collaborazione dalle liguri Marsiglia Records, DreaminGorilla Records e dalla milanese Wasabi Produzioni di Federico Branca Bonelli (Banshee, Enroco, Kramers, Cut of Mica e BluNepal nel suo notevole palmares).
Si parte con Fermo immagine: primo singolo , manifesto di questa prima fase della band, brano dalla ritmica scheletrica ma incalzante, un dream pop meno dream e più shoegaze, che evoca certe atmosfere dei baltimoriani Beach House; il disco prosegue (senza praticamente staccare) con Sete, dove la melodia con reminiscenze italian psych-beat è sorretta da un tappeto ritmico notevole. Il nostro tempo è un rock più convenzionale, altro potenziale singolo, ed introduce Solaris, il brano più shoegaze del lotto, con le tastiere in buona evidenza che duettano in maniera convincente con le chitarre su una sezione ritmica efficace e prorompente. Ottima chiusura con Tempesta, tra dream pop e certo prog più melodico della tradizione autoctona (le Orme dalle parti di Verità nascoste)
Sicuramente un buon esordio, testi poetici di un certo livello, uso molto discreto dell’elettronica, sezione ritmica mai sopra le righe e uno stile ancora in fase di definizione ma senz’altro già riconoscibile e inconsueto nel panorama attuale. Nell’attesa del primo album a lunga durata, saranno prevedibilmente (e giustamente) protagonisti degli eventi live della stagione che sta per cominciare. Chi ben inizia…
I Case di Vetro sono: Alfonso Fanella (voce e chitarra), Valerio Gattero (tastiere, voce), Fabrizio Rossi (chitarra), Stefano Zarba (basso), Andrea Penco (batteria),
Clicca qui sotto per ascoltare l’intero ep Seta dei Case di Vetro