Live from the past vol.179: Chuck Berry – Toronto Rock ‘N’ Roll Revival 1969

Questa centosettanovesima puntata di streaming di concerti integrali del passato, parla di un personaggio che è stato uno dei precursori, anzi, considerato il padre del rock’n’roll. Chitarrista straordinario, ma anche un performer carismatico, la sua influenza si può riscontrare ovunque nel genere, dalle progressioni di accordi agli assoli elettrizzanti, fino all’idea stessa del rockstar ribelle. Senza di lui, il rock come lo conosciamo oggi sarebbe stato molto diverso.

Si tratta di Chuck Berry, nato nel 1926 a St. Louis, Missouri, innovatore che ha plasmato il genere con il suo stile unico di chitarra, la sua scrittura brillante e il suo carisma sul palco. Berry ha combinato il rhythm & blues con elementi country e boogie-woogie, creando un sound che sarebbe diventato il cuore del rock’n’roll. Il suo modo di suonare la chitarra, con riff energici e assoli orecchiabili, ha ispirato generazioni di musicisti, da The Beatles a The Rolling Stones, fino a Bruce Springsteen e AC/DC. Il suo famosa “duck walk” (il passo dell’anatra) divenne una delle sue mosse sceniche distintive. Inoltre, i suoi testi parlavano di vita adolescenziale, macchine veloci e ribellione, catturando perfettamente lo spirito della gioventù americana negli anni ‘50.

chuck berry at toronto rock’n’roll revival 1969

Il disco che proponiamo, pubblicato dalla Sunset Blvd. Records,  ci riporta al 13 settembre del 1969, quando Chuck Berry tenne uno spettacolare concerto allo University of Toronto’s Varsity Stadium. Si tratta della prima pubblicazione integrale dello storico show, accuratamente rimasterizzato dai nastri analogici originali: introdotto da Kim Fowley, eccentrico tuttofare della scena musicale americana dell’epoca, Berry si lancia in una performance elettrizzante che include versioni di suoi classicissimi come Rock And Roll Music, Johnny B. Goode (in medley con Carol e Promised Land e poi ripresa nel finale), Maybelline, Too Much Monkey Business, Nadine, Sweet Little Sixteen e la più recente e maliziosa My Ding-A-Ling, oltre allo standard di Muddy Waters I’m Your Hoochie Coochie Man.