Masterpieces from all times part 3: Lydia Lunch – Queen of Siam – 1980
Continuiamo la nostra serie di podcast di album fondamentali della storia del rock con la pietra miliare della sacerdotessa della no wave, la newyorchese Lydia Lunch, figura fondamentale per lo sviluppo della nuova onda più dissonante ed oscura, sviluppatasi nella città della Grande Mela sul finire dei settanta e all’alba degli ottanta: il tutto con la cattiva compagnia di band quali DNA, James Chance & the Contortions, Mars e quei Teenage Jesus and the Jerks che hanno accompagnato Lydia in gran parte della carriera (la combriccola la si può ascoltare nella pietra miliare No New York, prodotto da Brian Eno).
L’album d’esordio solista della provocante ed inquietante artista newyorkese (anche scrittrice, poetessa, attrice ed agitatrice sociale) è un concentrato di suoni (mezz’ora scarsa, in perfetto stile punk) spesso sghembi e dissonanti che compongono un lavoro originalissimo, senza un minimo di coerenza musicale, che abbraccia più generi senza mai prenderne uno definitivamente.
All’epoca l’album, composto da undici brani e pubblicato dalla (misconosciuta) label ZE, fece scalpore per la crudezza sia dei suoni che dei contenuti testuali, angoscianti, con riferimenti sessuali a volte palesi. La band che ha accompagnato Lydia Lunch (vocalist, chitarrista e pianista in alcuni brani) in questo piccolo capolavoro era formata dal pluristrumentista e vocalist Pat Irwin, dal chitarrista Robert Quine, dal bassista Jack Ruby (Geroge Scott III) e dal batterista Dougie Bowne.
Buon ascolto.