Recensione album: 3 Fingers Guitar – Rinuncia all’eredità – 2014
3 Fingers Guitar – Rinuncia all’eredità – 2014 – (Neverlab/DreaminGorilla/Rude/Snowdonia)
by Alessandro Adesso
“Neverlab è la risposta ad una passione. Neverlab è un laboratorio di idee e progetti. Neverlab è un collettivo di uomini e donne con le antenne puntate verso l’esterno.”
E’ doveroso citare una bella realtà che esiste nel nord Italia traendo spunto dal loro biglietto da visita: Neverlab, appunto, un progetto non convenzionale che propone idee molto interessanti che spaziano dai libri al video passando per la musica, con un occhio di riguardo per eventi che vanno oltre ai soliti concerti o presentazioni. Invito a girare un po’ sul loro sito per farsi un’idea del coraggio che hanno questi ragazzi nel proporre progetti poco commerciabili, ma di buon livello in un panorama ormai piatto, condizionato da poca voglia e poca curiosità di conoscere nuove idee.
Basta ascoltare questo “Rinuncia all’eredità”, nuovo disco di Simone Perna, ovvero 3 Fingers Guitar, musicista savonese già batterista nei Viclarsen e nei Affranti, che ha all’attivo due album ( “#1″ Marsiglia Records, 2010 e “Rough Brass” Dreamingorilla Records, 2012) per rendersene conto: in 35 minuti è condensato quanto di più bello possa produrre il rock indipendente al giorno d’oggi.
“Rinuncia all’eredità” è un concept che gira attorno a due figure: quella del padre e quella del figlio, due biografie raccontate attraverso riff nevrotici che si ripetono all’infinito, voci lancinanti e testi forse non belli nel senso poetico del termine, ma che arrivano dritti al cuore di chi ascolta.
E’ il padre a parlare per primo: in “Ingresso” ci chiede permesso, vuole entrare lì dove siamo mentre lo ascoltiamo; noi siamo dubbiosi, non sappiamo se fidarci e accontentare la sua richiesta o chiudere una volta per tutte quella porta nella speranza di dormire sogni tranquilli, ma non ci accorgiamo che intanto lui è già dentro, ci ha già preso e siamo sua proprietà, corpi sui quali rifarsi in caso di fallimento (“Riproduzione”). In queste prime tre tracce non c’è spazio per la quiete: la voce di Simone è sgraziata, nervosa, le parole sono ossessive, la musica ha un qualcosa di inquietante. Niente sembra risolto, è come se un vecchio incubo di cui ci eravamo dimenticati tornasse istante dopo istante a perseguitarci.
Poi con “Rinuncia all’eredità” si cambia stile, il disco si trasforma in un cantautorato con venature folk. E’ il momento del figlio, il momento di fare i conti con il passato affinché questo non si ripeta più. Ora la voce è più tranquilla, mentre la chitarra abbandona momentaneamente le distorsioni isteriche a favore di giri e arpeggi che dimostrano quanto sia falso sostenere che chi nasce con un’attitudine punk non saprà mai suonare bene uno strumento. C’è sempre un’ombra di quell’inquietudine presente nella prima parte, nonostante più calme le parole non sono ancora completamente tranquille (“Sguardo consapevole / Ora puoi decidere / Senza un gesto, immobile / Tu mi puoi uccidere”), forse perché i nostri rapporti fanno il conto con il passato e ne restano influenzati per sempre.
La breve durata di questo disco non è penalizzante, se si considera che in poco tempo 3 Fingers Guitar riesce a raccontarci una storia intera. Musicalmente ha molti punti in comune con il progetto Makhno di Paolo Cantù del quale condivide l’eclettismo e la voglia di scoprire nuovi modi di fare musica. Un disco che di sicuro farà felici tutti gli appassionati di noise e sperimentazioni varie.
3 Fingers Guitar:
Simone Perna: voce, chitarre, percussioni, loop
Simone Brunzu: batteria, percussioni, arrangiamenti
R. Amal Serena: voci fantasma, urla
Contatti:
http://3fingersguitar.tumblr.com/