Santamaria – new album – Santamaria – recensione – streaming integrale
by Diego Curcio *
E’ da una vita che voglio scrivere due parole sul primo disco omonimo dei Santamaria: quattro ventenni genovesi che, grazie al cielo, ascoltano e suonano punk-rock, come se fosse la loro unica ragione di vita. In questo cd prodotto da Flamingo Records – una delle migliori realtà punk italiane, tra negozio-rifugio e preziosissima casa discografica indipendente – c’è tutta la meravigliosa ingenuità di chi suona per divertirsi, ammazzare la noia e fare incazzare i propri genitori.
I pezzi del disco sono ruvidi e melodici, veloci e sgraziati come quelli dei Crimpshrine e dei Corrupted Morals (chi se li ricorda?). Anche se dubito che qualcuno dei Santamaria sappia chi siano queste due storiche e misconosciute band californiane (anzi, spero proprio che sia così). Ascoltando questo delizioso dischetto sembra di essere tornati alla San Francisco di fine anni Ottanta-primi Novanta, quando la Lookout non era ancora il punto di riferimento del pop-punk americano, ma cercava solo di documentare una micro scena locale, che faceva capo al Gilman Street. Ecco, con le dovute proporzioni, mi sembra che Flamingo e Santamaria abbiano quell’attitudine lì.
Musica da perdenti fatta con il cuore e senza starci troppo a pensare. Ogni canzone è un piccolo gioiello di urgenza, fatto di melodie sgraziate e zoppicanti, che rendono assolutamente unico e irripetibile questo disco. Un esordio coi fiocchi, insomma, e a mio insindacabile parere uno degli album punk dell’anno. Più lo ascolto (e lo avrò già sentito almeno 30 volte) più ci vado sotto.
*Scrittore, studioso, appassionato ed esperto di punk e dintorni
Articolo originale alla pagina HuskerCore